Dall’usabilità all’accessibilità (dalla parte di chi scrive)
Un paio di mesi fa sono stata coinvolta nella fase iniziale di studio di un portale per un'amministrazione pubblica. Come spesso accade, non se ne è poi fatto nulla, ma io ho scoperto molte cose interessanti sull'accessibilità dei siti e sui suoi impatti sul lavoro di chi scrive e organizza i contenuti. E poiché una delle mie massime (imparata a suon di errori) è "il business writer non butta mai niente", ho recuperato i miei appunti per condividerli con voi.
Il web diventa un luogo sempre più frequentato e soprattutto il luogo privilegiato di incontro tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini. Si parla tanto di usabilità, ma un'altra parola importante è "accessibilità", intesa proprio nel senso usato per le barriere architettoniche, ovvero il diritto di accesso per i disabili e per tutte le persone svantaggiate o in situazioni di difficoltà.
Usabilità e accessibilità diventano così dei must per i siti pubblici, tanto che in alcuni paesi (USA, Canada, Australia, Irlanda) vi sono delle precise indicazioni di legge in proposito. In Italia, l’AIPA (Autorità per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione) ha da poco emesso delle indicazioni precise, basate sugli standard W3C (ovvero World Wide Web Consortium).
Secondo il survey “Global E-government” pubblicato dalla Brown University nel settembre 2001, i siti pubblici più accessibili sono quelli di Usa, Australia e Irlanda, seguiti dall’Italia (il 20% di tutti i siti pubblici).
Chi sono gli utenti “svantaggiati”?
Possiamo esserlo tutti, in determinate circostanze. In generale:
- chi non può vedere, sentire, muoversi, usare una tastiera
- chi ha difficoltà a leggere e a “capire” un testo
- chi ha uno schermo bianco e nero, o un dispositivo "solo testo", o una connessione molto lenta
- chi non capisce la lingua in cui è scritto il sito
- chi si trova in un ambiente dove non può leggere e sentire bene
- chi ha un browser molto vecchio o un particolare sistema operativo.
Quindi il tema dell’accessibilità non riguarda solo le persone con handicap (che comunque negli USA, per problemi fisici e cognitivi, sono l’8% della popolazione), ma ciascuno di noi. Sia perché chiunque può trovarsi in una situazione di difficoltà, sia perché – come ha scritto l’inventore del World Wide Web Berners-Lee – “un sito accessibile è un sito più usabile per tutti”.
Una pagina con tutte le alternative testuali alle immagini è per esempio una pagina perfettamente comprensibile da tutti quando, per la lentezza della connessione, disattiviamo l’opzione immagini. Le pagine di un sito web realizzato con i fogli di stile, che separano presentazione e contenuto, non solo sono leggibili da qualsiasi periferica, ma sono molto più veloci da scaricare.
Pregiudizio: i siti usabili e accessibili sono brutti
Progettare e costruire un sito accessibile non è difficile, purché le linee-guida facciano parte del progetto sin dall’inizio. È molto complicato e costoso rendere invece un sito accessibile a posteriori.
Un pregiudizio diffuso vuole che i siti usabili e accessibili siano necessariamente brutti, fatti di solo testo e di caratteri giganteschi. Lo stesso sito di Jakob Nielsen è famoso per la sua “semplice bruttezza”, che contraddice il principio della “piacevolezza” enunciato dallo stesso autore come una componente necessaria dell'usabilità.
Eppure, laddove le indicazioni sull’accessibilità vengono ben interpretate dal web designer, il risultato può essere eccellente sia sul piano della funzionalità sia quello dell’estetica:
Il sito del Governo italiano, certificato W3C.
Il sito della Regione Liguria, uno dei primi in Italia ad essere certificato W3C.
Ework, un progetto irlandese per il lavoro a distanza, dal design semplice e raffinato.
Una parola chiave: “alternativa”
La parola forse più ricorrente nelle indicazioni sull’accessibilità dei siti è “alternativa”: alternativa testuale al video e al sonoro, alternativa sonora per chi non può vedere, alternativa visuale per chi non può sentire o capire un testo, perché analfabeta, perché non ha gli strumenti cognitivi per farlo, perché non capisce la lingua in cui il sito è scritto.
Il gioco delle alternative tra i diversi canali sensoriali è uno degli elementi di base nell’accessibilità di un sito web.
Le linee-guida sull’accessibilità del W3C (World Wide Web Consortium) Gran parte dei più importanti siti pubblici mondiali hanno le loro linee-guida sull’accessibilità, tutte basate su un’unica autorevole fonte, le linee guida del W3C, il cui animatore è lo stesso “inventore” del World Wide Web, Tim Berners-Lee.
I documenti W3C sono molto ben strutturati, con un percorso per temi e per checkpoint (il livello 1 è il must per rendere il sito accessibile e ottenere la certificazione, i successivi sono tutte misure consigliate ma non obbligatorie, cui dare la priorità di volta in volta, a seconda dei target di riferimento). Alla fine le pagine web possono passare il test automatico di certificazione.
Le linee-guida
La checklist di controllo
Il test
Quello che segue è un elenco di indicazioni molto pratiche ricavate dalle linee-guida W3C, suddivise in base alle tre principali figure professionali che si occupano di un sito web:
per lo sviluppatore/webmaster
- scrivere le pagine in html.4, in modo che possano essere lette da tutte le periferiche non tradizionali (nonché validate dal validator automatico che alla fine assegna il bollino di certificazione W3C)
- usare i fogli di stile (CSS) per separare contenuto e presentazione
- usare i frames è sconsigliato; se si usano, fornire sempre un’alternativa
- costruire pagine e tabelle leggibili da tutti i browser, anche dalle versioni più arretrate: usare grandezze relative per indicare dimensioni e componenti di una pagina (le pagine devono potersi leggere bene qualunque sia la scelta di visualizzazione dell’utente)
- fare attenzione a che il testo non vada fuori della finestra del browser, cioè che non si scrolli orizzontalmente, perché i lettori di schermo per i ciechi non leggono le parole fuori finestra
- non aprire nuove finestre del browser che non consentono di ripercorre il percorso all’indietro (se lo si fa, avvertire o dare la possibilità di scelta)
- fornire alternative visuali/testuali a documenti sonori
- limitare l’uso delle componenti interattive (scripts, applets, plug-in) ai casi di reale utilità e anche qui fornire sempre delle alternative.
per il grafico/web designer
- testo e immagini devono essere comprensibili anche con uno schermo b/n
- attenzione a che ci sia sempre contrasto cromatico tra testo e fondo
- niente contenuto che si muove: è bene non chiedere all’utente di cliccare su un “moving target” (anche perché può provocare shock e crisi in epilettici e affetti da altre patologie)
- niente sfondi con pattern, preferenza netta per il fondo bianco
- no al testo ombreggiato, di difficile lettura
- scelta dei font in base alla leggibilità
- no alla grafica che non veicola contenuto
- i link di navigazione devono essere leggibili ed evidenti
- uso dei colori websafe
- no all'uso del colore come unico veicolo di informazione (tipo “clicca sul bottone rosso”).
per il redattore/editor
- sistema di navigazione chiaro e coerente (ogni sezione/servizio col suo nome, sempre identico in tutto il sito), in cui sia facile orientarsi alternative testuali all’audio e al video/visuale
- uso costante degli alt text per le immagini (questo vale anche per le mappe di immagini, ogni pezzo un alt text); se le immagini contengono dei link, dare informazioni sul link – per esempio, un lettore di schermo per un utente cieco non “legge” l’immagine, ma legge il contenuto dell’alt text
- attenzione a fornire i metadata di ogni pagina (title, summary, author, keywords): permettono ai motori di ricerca di indicizzare correttamente la pagina e quindi di farla trovare rapidamente agli utenti; vanno inoltre nella direzione del “web semantico” allo studio al Cern di Ginevra, la prossima generazione del WWW
- il nome di ogni link deve essere chiaro e preciso e far capire dove conduce il link; inserire, laddove utile, il link title (che dà delle informazioni in più)
- aiuti all’interpretazione di sigle (sciogliere sempre gli acronimi)
- uso di diversi livelli di complessità di testo: usare al massimo titoli, sottotitoli e abstract iniziali in cui si spiega in poche righe il contenuto di un intero articolo, di un’intera pagina, per poi andare verso testi più lunghi, complessi e dettagliati
- un linguaggio semplice, preciso e chiaro è un aiuto non solo per chi ha un basso livello di alfabetizzazione, ma anche per chi legge in una lingua che non è la sua
- specificare sempre prima i formati dei documenti non in html (.pdf, .ppt), meglio se anche il peso
- tutte le form da riempire e inviare online devono aver le informazioni alternative (telefono o email per assistenza).
Sull'accessibilità dei siti, sul MdS leggi anche:
Il redattore, tecnico dell'accessibilità