Il colore nella grammatica della scrittura
Colore
Interrogativo: le scritture colorate - per quel poco che esiste. Il colore è la pulsione, e noi abbiamo paura d'insinuarne la traccia nei nostri messaggi; per questo scriviamo nero e non ci permettiamo che delle eccezioni sorvegliate e banalmente emblematiche: del blu per mettere in evidenza, del rosso per correggere. Ogni sbalzo di colore risulta più che mai incongruo: si possono immaginare delle missive gialle o rosa, o anche grigie? dei libri in rosso bruciato, in verde brughiera, in azzurro indaco?
E tuttavia: chi può sapere se il senso delle parole non ne sarebbe mutato? Non certo, s'intende, il senso lessicografico che, al fondo, è ben poca cosa, ma il senso modale; poiché i nomi hanno dei modi, come i verbi, una maniera di portare, di dischiudere o di contrarre il soggetto che li enuncia. Il colore dovrebbe far parte di questa grammatica sublime della scrittura, che pur non esiste: grammatica utopica e nient'affatto normativa. "
da "Variazioni sulla scrittura", Roland Barthes, 1972
L'utopia di Barthes, quella di una scrittura che affida sensazioni, significati ed emozioni anche al colore, è diventata realtà per chiunque scriva testi destinati a essere letti sullo schermo di un computer.
Testi che una volta vestiti di giallo, rosso, azzurro o viola, magari non cambiano del tutto di significato, ma di toni, espressioni e sfumature sicuramente sì. A contatto con il colore, le parole possono scaldarsi o raffreddarsi, respingere o sedurre, rafforzare o sminuire la credibilità dell'autore.
William Faulkner avrebbe voluto scrivere a colori il suo L'urlo e il furore, uno per ognuna delle quattro voci narranti.
Per un web writer il colore fa parte della "grammatica sublime della scrittura": il testo va pensato, immaginato, progettato anche a colori, nello spazio concreto della pagina in cui dovrà vivere e comunicare.
È con un cambio di colore che le parole possono saltare fuori, ammiccare, dire al lettore "leggimi", oppure "qui si parla di ...", cioè aiutare l'autore a costruire quella mappa testuale e visiva insieme che dovrebbe essere ogni buona pagina web. Una mappa fatta di parole chiave colorate che costituiscono, già al primo sguardo, un livello di lettura a sé. O una mappa di box con sfondi colorati diversi che delimitano le diverse sezioni.
Sul web il colore non costa nulla e non occupa memoria: imparare ad accostare e a mescolare parole e colori "per vedere l'effetto che fa" è un esperimento che vale sempre la pena di tentare, magari andando a lezione dai grandi sperimentatori delle avanguardie artistiche di un secolo fa.
Sonia Delaunay
Contrasti simultanei, 1913