Corporatese
Ovvero il brutto linguaggio che si usa nelle aziende, fatto di mille parole che si possono evitare, di aggettivi inutili, di espressioni contorte che sembrano passare inalterate di generazione in generazione di dipendenti. Linguaggio brutto, ma innocuo se rimane all'interno dei confini aziendali. Assolutamente dannoso se utilizzato per documenti diretti all'esterno oppure per pubblicazioni promozionali. Quello che segue è un piccolo elenco di parole ed espressioni da evitare, che si riferisce in gran parte al mondo dell'informatica, ma utile anche per chi lavora in altri settori di mercato.
abilitante
Le "enabling technologies" sono diventate le tecnologie "abilitanti". Ma se la tecnologia è uno strumento, è sempre e comunque abilitante. Quindi fatene a meno.
alle soglie del terzo millennio
Quando non sappiamo come cominciare un documento o introdurre un argomento, questa fatidica frase, oggi in bocca a tutti i giornalisti televisivi, ci viene in aiuto. Se la sua funzione è questa, ben venga. Ma tagliatela in fase di revisione. Chi si presenta avanzato e moderno, nel futuro dovrebbe già esserci.
consentire/rendere possibile
Tutti i documenti aziendali ne sono pieni. Qualità e caratteristiche di ogni prodotto o servizio sono precedute invariabilmente da questa espressione. Eppure eliminarla è semplicissimo. Per esempio: la frase "la nuova banca dati rende possibile agli amministratori la definizione di nuove politiche per il lavoro" può essere così semplificata: "Con la nuova banca dati gli amministratori possono definire nuove politiche per il lavoro".
disponibile
Un aggettivo diffusissimo, di cui si può sempre fare a meno. Qualsiasi servizio o prodotto, per il solo fatto di esistere e di essere sul mercato, è "disponibile", così come lo sono le sue caratteristiche e le sue funzionalità. Cancellatelo senza rimpianti.
erogare
Fino a poco tempo fa si erogavano solo il denaro, l'acqua, la luce, il gas. Nell'era dei servizi, "erogare" è invece diventato un verbo assolutamente in voga. Al participio passato potete benissimo evitarlo, alla stregua di "disponibile" o "utilizzato". In altri tempi, invece, potete sostituirlo con "offrire", "fornire", "proporre".
essere preposto a
Terribilmente ministeriale, in un periodo in cui anche i ministeri svecchiano il loro linguaggio e cercano di parlare ai cittadini nella lingua di tutti i giorni. Non "la struttura preposta a ......", ma "la struttura che si occupa di, responsabile di ......".
fenomenologia
Sicuramente meno diffuso di "paradigma" e "filosofia", ma mi è capitato di veder usato questo termine nella presentazione di un’autorevolissima azienda di analisi di mercato. Il tema era il "fenomeno" della crescita di internet.
finalizzato a, volto a, mirato a
Sono tutte espressioni che appesantiscono il testo. "Il progetto è volto a realizzare una rete telematica per i cittadini e le imprese" può diventare "L’obiettivo del progetto è realizzare una rete telematica per i cittadini e le imprese", oppure "L'azienda realizzerà per la regione una rete telematica per i cittadini e le imprese".
il progetto prevede
Non è affatto un’espressione scorretta. Solo un po’ abusata e logora, che tende comunque a diluire la forza del testo e delle vostre affermazioni. La frase "Il progetto prevede la realizzazione di una rete intranet e di una serie di servizi" sembra quasi allontanare nel tempo la realizzazione. Meglio "L'azienda Pinco Pallino realizzerà una rete intranet e una serie di servizi".
inerente (a)
Appartiene al linguaggio amministrativo-burocratico ("le indagini inerenti al delitto"). Preferite sempre "che riguarda". Se decidete comunque di usarlo, ricordate che regge la preposizione "a". Non "inerente i sistemi informativi", ma "inerente ai sistemi informativi".
in essere, in atto
Il processo "in essere", le attività "in essere", le tendenze "in atto": sono espressioni che accompagnano quasi sempre un sostantivo già di per sé dinamico. Sono quindi quasi sempre inutili.
in grado di
Paradossalmente "essere in grado" è un’espressione piena di incertezza e insicurezza. Se un prodotto "è in grado di fare una determinata cosa", vuol dire che la fa. Esprimetevi allora in maniera più diretta: non "il nuovo Sistema Informativo è in grado di assicurare alle aziende agricole corretti e tempestivi aiuti comunitari", ma "il nuovo Sistema Informativo assicura alle aziende agricole...; non "siamo in grado di fornire ai nostri clienti..., ma "forniamo ai nostri clienti...".
offerto
In genere segue le parole "servizio" o "prodotto". Visto che l'azienda li ha progettati e realizzati, è evidente che vengono offerti ai clienti. Provate a togliere questo inutile participio passato, oppure scrivete "i nostri servizi" o "i servizi della ditta Pinco Pallino".
paradigma
Ogni modello sta diventando un "paradigma", soprattutto il "paradigma internet". Quando è possibile, scrivete semplicemente "modello".
proattivo
In realtà, questo aggettivo in italiano non esiste. Viene dritto dritto dall’inglese proactive, che significa "capace di anticipare futuri problemi, esigenze, cambiamenti". Mentre in italiano viene comunemente usato come sinonimo di "propositivo".
problematica
Dallo Zingarelli: "il complesso dei problemi di una scienza, di una questione, di un periodo storico: la problematica filosofica, la problematica dell’illuminismo". Nelle aziende, invece, si tratta quasi sempre di semplici "problemi".
processo
Spesso lo usiamo a sproposito, perché qualsiasi azione o attività diventa un processo. Anche il "processo di cambiamento", il "processo di trasformazione", "il processo di formazione delle risorse umane".
rendere disponibile
Si può quasi sempre evitare a favore di una costruzione più semplice e scorrevole. Per esempio: "il prodotto rende disponibili le seguenti funzionalità" può diventare il semplice titolo "le funzionalità del prodotto". E ancora: "al cliente sono inoltre resi disponibili una vasta gamma di strumenti" può diventare "il cliente dispone inoltre" oppure "il prodotto include inoltre una vasta gamma di strumenti".
scenario
Ogni contesto diventa facilmente uno "scenario", soprattutto il mercato. Scrivete "mercato" e basta. Se poi la parola "scenario" proprio vi piace, usatela con il contagocce.
sinergia
Non è sbagliato, né brutto, tranne forse nell’aggettivo "sinergico". Ma è veramente abusato, a forza di metterlo dappertutto.
specificatamente
Non è sinonimo di "appositamente". Quello è "specificamente". "Specificatamente" significa invece "in modo specificato, con le determinazioni e spiegazioni particolari, quindi in modo preciso e ricco di particolari".
specifico
Lo sono sempre le esigenze del cliente. Toglietelo in fase di revisione.
supportare
Un anglicismo che deriva direttamente dall’inglese to support. In italiano è veramente brutto, anche perché comporta quasi sempre una costruzione contorta della frase. Per esempio: "un prodotto che supporta il cliente nella definizione delle linee di intervento". Potete scrivere invece "con questo prodotto, il cliente può più facilmente definire le linee di intervento".
sviluppare
Da un ambito strettamente tecnico e tecnologico il verbo "sviluppare" sta dilagando dappertutto. Per molte attività, "progettare" e "realizzare" sono più che sufficienti. Anche "sviluppare la nostra presenza sul mercato", può essere sostituito con "espandere", "aumentare", far crescere", "dare impulso a".
tale, siffatto, stesso
Un bruttissimo, ma usatissimo trio di aggettivi. Da evitare tutti e tre.
tramite, con l’ausilio di
Spesso sono felicemente sostituibili con le semplici preposizioni "con" o "attraverso". utilizzato Qui si riferisce quasi sempre alle tecnologie o alle metodologie. È chiaro che sono state utilizzate. Potete tranquillamente farne a meno.