Tradurre documenti tecnici dall’inglese
un'intervista a Roberto Crivello
La traduzione tecnica è un lavoro da specialisti. Eppure a tutti noi che scriviamo nelle aziende capita spesso di fare una traduzione che possiamo definire "tecnica": può essere la descrizione di un prodotto, un manualetto o altro... quali sono i consigli di base, quelli da tenere sempre a mente? Questo l’argomento del mio colloquio telematico con Roberto Crivello, un traduttore tecnico freelance che nel corso degli anni ha tradotto dall’inglese pressoché tutti i tipi possibili di documenti tecnici, da semplici manualetti di istruzioni a pagine web tecniche, a complessi manuali di macchinari e apparecchiature.
Quando parliamo di traduzione tecnica pensiamo a qualcosa di molto specialistico: manuali, funzionamento di apparecchiature, di macchinari. Ecco, prima di tutto, quali sono i confini di quella che si può definire "traduzione tecnica"?
Certamente i manuali per l’uso di prodotti costituiscono la parte principale delle traduzioni tecniche, ma anche la brochure di un prodotto, una newsletter aziendale, una relazione, uno studio di fattibilità, una lettera commerciale, una presentazione con diapositive e tanti altri tipi di documenti, cartacei o no, possono richiedere una “traduzione tecnica”. Penso comunque che abbiamo a che fare con una traduzione tecnica quando i concetti, i termini e i costrutti tecnici sono preponderanti nel documento complessivo o si uniscono in uguale misura ad altri aspetti, come accade per esempio in un documento di marketing relativo a prodotti di alta tecnologia o nel sito web di un’azienda produttrice di macchine o apparecchi.
Prima di andare avanti, puoi chiarire cosa intendi esattamente per “costrutti tecnici”?
Faccio un semplice esempio: se per fornire l’istruzione relativa all’avviamento a freddo di una moto si scrive prima di accendere il motore chiudere la valvola dell’aria se fa freddo, si adopera un costrutto colloquiale; se invece si scrive alle basse temperature, prima di avviare il motore inserire lo starter, si adopera un costrutto tecnico.
Quali sono i principali strumenti del traduttore tecnico? Perché sicuramente non basta mettersi davanti al computer con un buon dizionario inglese/italiano. Insomma, qual è il lavoro che si fa "a monte"?
Cominciando dalle cose ovvie, ma non tanto, occorrono un’ottima conoscenza dell’inglese scritto e un’ottima comprensione dei concetti tecnici sviluppati nel documento originale, altrimenti si producono traduzioni letterali che non hanno significato o contengono ridondanze e sono quindi fonte d’irritazione o di divertimento per lettori esperti nel ramo, ovvero i principali destinatari della traduzione. Faccio due semplici esempi.
Il primo esempio riguarda il settore elettrico: il termine current flow viene spesso tradotto con flusso di corrente. Per definizione, la corrente è il flusso di cariche elettriche nell’unità di tempo, quindi scrivere flusso di corrente equivale a scrivere flusso del flusso di cariche. Occorre scrivere semplicemente corrente.
Il secondo esempio riguarda il settore meccanico: con riferimento alla frizione di un autoveicolo, ci si può imbattere nel termine torsion springs. Anche in un noto dizionario tecnico dell’automobile ho visto che è stato tradotto con molle di torsione. Invece si tratta delle molle parastrappi. Chi non conosce bene l’inglese tecnico si aspetterebbe la preposizione anti-, che invece essendo stata omessa in questo caso ha fuorviato il traduttore.
Mi sembra che ciò equivalga a un consiglio: non tradurre letteralmente! Puoi citare dalla tua esperienza qualche tremendo svarione che deriva dalla traduzione letterale?
Un esempio divertente di traduzione letterale mi è capitato facendo l’editing della traduzione del manuale di un apparato stereofonico; la frase the equipment is fused against shorts era stata tradotta con l’apparecchio è fuso contro i cortocircuiti. Dalla parola fuse, ovvero fusibile, l’autore aveva inventato il verbo to fuse per dire che l’apparecchio era protetto da cortocircuiti mediante fusibili; il traduttore non aveva saputo andare oltre la parola scritta per arrivare al vero significato.
Più serio è invece il tremendo svarione che il traduttore può fare se non si rende conto che il verbo to replace significa non solo sostituire ma può anche significare riposizionare. Cosicché può accadere che traducendo una sequenza di istruzioni si scriva al punto 2 che si deve smontare un certo componente e al punto 11 che si deve sostituirlo, quando invece occorre solo collocarlo nella sede consueta.
Tornando a parlare del lavoro da fare "a monte"...
Occorre cercare di procurarsi quanto più materiale di consultazione possibile sull’argomento. Cominciando certamente da un buon dizionario generale e se possibile da vari dizionari tecnici inglese-italiano compilati da specialisti.
A questo vanno aggiunte le risorse oggi disponibili in internet. Con i motori di ricerca si possono trovare siti che trattano dell’argomento oggetto della traduzione, per esempio i siti di ditte produttrici o distributrici; leggendoli si può cominciare a comprendere le caratteristiche di un prodotto o di un servizio, attingere terminologia, capire qual è il registro adatto a uno specifico settore.
È anche utilissimo parlare se possibile con persone esperte dello specifico argomento; o anche chiedere a un esperto di rivedere la traduzione. Ma questo naturalmente è un servizio che raramente si può ottenere senza pagare.
Puoi dare alcuni consigli di base, di quelli da tenere sempre a mente?
Mi ci proverò. Premetto che purtroppo per parlare di traduzione in modo utile bisogna superare un notevole ostacolo: non basta offrire consigli generali, occorre accompagnarli a esempi pratici, perché altrimenti ci si riduce a presentare verità ovvie e indiscutibili, quali “usare il registro adatto” o “evitare i falsi amici”, che però non aiutano molto a fare traduzioni chiare e accurate. Cercherò quindi di illustrare ogni consiglio con qualche esempio. Molti altri esempi si possono trovare negli articoli contenuti nel mio sito web.
I CONSIGLI DI BASE, GLI ESEMPI
Usare il registro adatto.
Ossia, tenere sempre presente chi è il lettore. Se ci si rivolge a un ingegnere o a un tecnico si potranno, e si dovranno, usare termini e costrutti tecnici. Rivolgendosi a un lettore non provvisto di una preparazione specifica nell’argomento trattato, occorre adoperare termini e costrutti meno specializzati che, pur senza diventare colloquiali, comunichino adeguatamente le informazioni necessarie.
Per esempio, traducendo route the cables sarà opportuno scrivere eseguire la posa dei cavi se si parla di cavi da installare compiendo varie e complesse operazioni quali la posa di cavi sotterranei o di cavi in apposite canalette, in quanto la parola posa indica collocazione nell’ambito di un’operazione tecnica. Questa frase risulterebbe invece un po’ affettata se si stessero traducendo istruzioni relative all’installazione di un computer e si deve semplicemente fare osservare a chi legge che occorre disporre i cavi in modo che nessuno vi inciampi.
Evitare di portare il linguaggio burocratico nella traduzione tecnica.
Molte persone ritengono, sia pure senza rendersene conto, che i paroloni conferiscano rispettabilità e precisione a un documento. A ciò si aggiunge una tendenza alla costruzione nominale, ossia a relegare il verbo in secondo piano. Ne nascono traduzioni di questo tipo: Follow this procedure to start the machine diventa Attenersi alla procedura di seguito indicata per effettuare l’avviamento della macchina. Basta invece scrivere Per avviare la macchina, procedere come segue.
Quello che conta è la chiarezza dell’informazione comunicata. Se la parola o l’espressione difficile o complicata non aggiungono niente all’informazione, è preferibile non usarle.
Evitare i “falsi amici”.
Ossia le traduzioni sbagliate dovute a false analogie fra l’inglese e l’italiano. Un buon dizionario inglese-italiano spesso aiuta a evitare di usare falsi amici abbastanza semplici; per esempio trivial significa banale, non triviale. Quando invece si tratta di falsi amici tecnici o relativi a costrutti, occorre usare questo metodo: ogni volta che si scrive una parola o un costrutto che appaia la trasposizione letterale dell’inglese che si sta traducendo, studiare attentamente tutti i significati presentati in un dizionario monolingue inglese e in uno italiano per stabilire se si corre il rischio di scrivere un falso amico.
Per esempio, A results in B non va tradotto con A risulta in B, bensì con da A risulta (o deriva o consegue) B. Quindi The higher speed of this system results in better performance diventa Dalla maggiore velocità del sistema derivano prestazioni migliori e non La maggiore velocità del sistema risulta in prestazioni migliori. Per evitare l’errore basta consultare un dizionario della lingua italiana alla voce risultare.
Quindi suggerisci di fare sempre il doppio controllo sui dizionari?
Spesso basta riflettere prima di tradurre e chiedersi: cosa significa questo? Come si dice in italiano? Altre volte occorre una certa competenza tecnica.
Per esempio, spesso to keep track viene tradotto con tenere traccia. Invece, se la frase è to keep track of the developments, ovviamente si scriverà seguire gli sviluppi. Se la frase è to keep track of the temperature, si scriverà controllare l’andamento della temperatura.
L’importante è stare all’erta; i “prestiti” sono continuamente in agguato e si finisce con usarli automaticamente anche fuori dei settori nei quali ormai si sono affermati. Ne è un esempio il verbo supportare, falso amico di to support, utilizzato anche fuori del settore informatico. Spesso si scrive A supporta B quando invece si potrebbe scrivere A funziona con B o A permette di usare B o chissà che altro.
Come si diventa traduttore tecnico e in particolare quale strada hai seguito tu per diventarlo?
Ci si può arrivare per strade molto varie. Il percorso “normale” è quello di chi frequenta una delle scuole di traduttori e interpreti che esistono in Italia e poi si inserisce nel mercato. Il problema di queste scuole, per ciò che riguarda la traduzione tecnica, è che non forniscono una preparazione tecnica, cosicché chi consegue un diploma di traduttore spesso non ha quella conoscenza approfondita di argomenti tecnici che invece si acquisisce frequentando, per esempio, corsi di ingegneria. E la preparazione tecnica è uno dei requisiti principali per fare traduzioni tecniche adeguate.
Un altro percorso abbastanza frequente è quello seguito da chi si trova a vivere negli USA, per motivi personali o professionali, e quindi comincia a esercitare questa professione perché conosce bene l’inglese e l’italiano. In tutti i casi, l’esperienza è indispensabile. Soprattutto se non si ha una preparazione tecnica, all’inizio si fanno errori grossolani. Leggendo buone traduzioni, a poco a poco si impara.
Nel mio caso, dopo aver lavorato in Italia come ingegnere elettronico di Ricerca e Sviluppo, mi sono trasferito negli USA e ho lavorato per alcuni anni come ricercatore presso il laboratorio di microonde dell’istituto di ingegneria elettrica della University of Utah. Poi ho conosciuto un traduttore tecnico e ho capito che mi sarebbe piaciuto fare traduzioni tecniche. Grazie alla mia preparazione tecnica, inserirmi nel mercato è stato abbastanza semplice. E così ho scoperto la mia vocazione professionale: la comunicazione tecnica! Che poiché faccio traduzioni, si realizza nella trasformazione dall’inglese all’italiano.
Un’ultima curiosità. Tu lavori come freelance negli Stati Uniti. Che ruolo ha internet nel tuo lavoro? Non mi riferisco tanto alle infinite possibilità di documentazione e alla posta elettronica, quanto al marketing delle tue competenze e dei tuoi servizi. Il tuo sito serve effettivamente a farti conoscere e ad avere nuovi contatti e clienti?
In relazione a internet, il settore della traduzione è ancora in evoluzione, come tanti altri. Ne consegue che i clienti potenziali cercano i traduttori anche, ma non soltanto, in internet. Consultano elenchi appositi, mettono annunci per ricevere i curriculum vitae e ampliare il loro database di traduttori, chiedono a traduttori con cui hanno già un rapporto di fiducia di suggerire altri traduttori. Quest’ultimo metodo indiretto di marketing, ossia essere conosciuti e stimati da altri traduttori, è molto importante in questo settore. Da un paio di anni osservo un graduale aumento dei clienti potenziali che mi trovano avendo cercato nel web traduttori specializzati. Avere un sito web ha ancora più importanza nella seconda fase del contatto con un cliente potenziale, quando cioè lo si invita a visitare il proprio sito web per ulteriori informazioni. Qui si ha la possibilità di mostrare un livello di professionalità superiore a quello di tanti altri traduttori. Tra alcuni anni, forse due, forse tre, quanto è successo per la posta elettronica, ormai requisito essenziale per qualunque traduttore, accadrà per il sito web: tutti dovranno averlo, sarà indispensabile essere in grado di presentare questa brochure ipertestuale ai clienti.