Siamo tutti editori
Dopo tanto silenzio, stanno uscendo parecchi libri interessanti sulla scrittura e i contenuti per il web.
Alcuni li sto leggendo e li recensirò man mano su questo sito.
Comincio con una coppia di libri, perché Content Critical e The Web Content Style Guide di Gerry McGovern e Rob Norton (Financial Times/Prentice Hall) vanno decisamente letti e presentati insieme.
Gerry McGovern è probabilmente già noto ai lettori di questo sito e al pubblico italiano, anche perché è molto apprezzato e spesso citato da Giancarlo Livraghi nei suoi libri e nei suoi articoli sul bellissimo Gandalf. Irlandese, McGovern è un paladino del contenuto, degli scrittori e degli editor, del web come grande biblioteca, luogo di lettura, di scambio e di vendita di quello che considera il vero valore della rete, il contenuto sotto forma di testo. Una visione austera e totalizzante per molti (in parte anche per me, che del web amo tanto anche la liberta, la creatività e la fantasia), ma utile e apprezzatissima da chi (e qui c'è
un'altra parte di me) usa il web soprattutto come strumento di lavoro all'interno di un'organizzazione.
Niente "utente" o "navigatore" per McGovern, ma solo il "lettore", un lettore:
- pratico e impaziente, perché va sul web con un problema o una curiosità molto precisa che vuole soddisfare al più presto
- conservatore, perché tende a frequentare sempre gli stessi siti
- scettico, perché sa che sul web si pubblica di tutto e non concede quindi facilmente la propria fiducia
- volubile, perché lasciare un sito è facilissimo
- poco tradizionale, perché prima scorre la pagina e solo se qualcosa gli interessa la legge
- restio a leggere sullo schermo, perché faticoso
- alla ricerca non solo di informazioni, ma anche di opinioni.
Cosa facciamo nel web se non leggere? e cosa è il web se non la più grande e accessibile delle case editrici, dove tutti possiamo pubblicare? Ma una cosa è pubblicare, altra è farsi trovare, notare e leggere. Per questo non ci sono sistemi di content management che tengano, per quanto sofisticati: c'è prima l'autore, con la sua capacità di comunicare, di classificare e di ordinare contenuti e documenti.
Ma tutti noi, nella società dell'informazione, dobbiamo diventare autori ed editori insieme. "Pubblicare" significa "rendere pubblico" e sul web la pubblicazione perde i suoi connotati materiali e industriali per diventare quel processo, ben più delicato e complicato, di saper trasmettere il contenuto dall'autore al lettore. Siamo autori ed editori quando scriviamo il nostro weblog pensando a chi leggerà i nostri pensieri e le nostre impressioni sull'ultimo film che abbiamo visto, quando facciamo la revisione di un documento per condividerlo sull'intranet aziendale con i nostri colleghi, quando scriviamo un articolo per una webzine, quando redigiamo una procedura che servirà per ottenere online un servizio.
Pubblicare, per McGovern, significa "comunicare formalmente un contenuto; pubblicare in maniera efficace significa far avere il contenuto giusto, alla persona giusta, al momento giusto, e possibilmente guadagnarci".
Nelle organizzazioni e nei luoghi di lavoro è la pubblicazione del contenuto in questa nuova accezione che assicura la condivisione, la crescita e quindi la competitività: la conoscenza sono le idee che abbiamo in testa, l'informazione è la comunicazione della conoscenza, il contenuto è la strutturazione formale e trasmissibile della conoscenza. Un'azienda come un'università, insomma, in cui è la conoscenza pubblicata e formalizzata quella che conta.
Contenuti originali, frutto di ricerche approfondite, rivisti e pubblicati con cura, ma organizzazione, classificazione e presentazione rigorosamente standard, come in un giornale o in una biblioteca. E qui Content Critical diventa un vero e proprio manuale, ricco di consigli pratici su come scrivere, classificare, pubblicare (e vendere) i contenuti sul web secondo regole e standard molto rigidi, che sicuramente faranno spaventare più di un web designer: linguaggio XML (finalmente ben spiegato!), metatag, sintesi e chiarezza del linguaggio, principi di navigazione, layout per una migliore leggibilità, regole di accessibilità per i disabili, consigli per una buona revisione. Il tutto secondo la migliore tradizione della divulgazione anglosassone: ottime titolazioni, caption, schemi ed immagini, summary e bibliografia alla fine di ogni capitolo.
Sono riemersa dalla lettura con tante conoscenze in più e con delle ottime soluzioni che ho subito messo in pratica nel mio lavoro, ma anche con la sensazione di un orizzonte sbarrato, che finisce sul muro bianco di una biblioteca.
Dal web luna park al web archivio, ordinato e perfetto, ma sinceramente anche un po' noioso. Mi è venuto il dubbio che forse stiamo andando verso un altro eccesso. Ho preso i libri, con tutte le mie annotazioni, e me li sono portati in ufficio. Il loro posto è quello. Per il resto, voglio continuare a navigare anche inseguendo un colore, un verso, un titolo un po' misterioso e bislacco.
The Web Content Style Guide propone gli stessi temi, ma organizzati in ordine alfabetico, quindi molto più facili da consultare, e inoltre presta maggiore attenzione agli aspetti stilistici e formali rispetto a quelli progettuali, per esempio alla corretta ortografia di molti termini nuovi del web.
I due libri sono costosi e se ordinati dall'Inghilterra c'è anche il notevole aggravio della spedizione, quindi ordinateli pure entrambi se lo fate per conto della vostra azienda e sono messi a disposizione di un gruppo di lavoro, ma se gravano solo sulle vostre tasche il solo Content Critical va benissimo.