Scrivere & leggere

"Scrivere l'italiano. Galateo della comunicazione scritta" e "Leggere. Come capire, studiare, apprezzare un testo": due piccole guide pubblicate nella collana Orientamenti del Mulino.
Piccole, ma dense di consigli e molto divulgative. Pensate da due docenti universitarie per i loro studenti, ma utili a tutti coloro che devono scrivere testi pratici e amano leggere (anche per scrivere meglio).

Vi propongo un'intervista alle autrici Serena Fornasiero e Silvana Tamiozzo Goldmann*.

Scrivere l'italiano, di S. Fornasiero e S. Tamiozzo GoldmannNel sottotitolo del vostro libro sulla scrittura mi colpisce molto la parola "galateo". Una parola leggermente fuori moda e riferita di solito ai comportamenti. Perché questa scelta?

Se fosse dipeso da noi, il libro si sarebbe chiamato soltanto "Galateo della comunicazione scritta", proprio perché volevamo mettere in evidenza che anche la scrittura è un comportamento e come tale ci rappresenta nei rapporti con gli altri: spesso si sottovalutano le conseguenze negative di messaggi sciatti, inappropriati rispetto al destinatario o, appunto, involontariamente maleducati.  

Scrivere, leggere. I vostri due libri escono insieme e non a caso credo: leggere e scrivere sono due azioni che dipendono fortemente l'una dall'altra...

Siamo d'accordo con te, anche se i due libri sono stati pensati in tempi e in modi diversi. Possiamo testimoniare comunque che il lavoro preparatorio per entrambi ha portato inevitabilmente a considerare le interrelazioni tra le due attività.
Da un punto di vista didattico è in un primo tempo più facile insegnare a scrivere, ma appena si affrontano i problemi della scrittura critica, diventa cruciale potenziare l'addestramento a una lettura fine. Questo secondo momento, che è senz'altro il più prezioso e affascinante, è però anche il meno redditizio sul piano dell'insegnamento, probabilmente perché i suoi frutti non sono immediati.
Ecco perché Leggere ci ha posto più problemi dell'altro manuale e, al di là dell'orientamento, ha voluto dare al lettore molte suggestioni, sollecitare curiosità.
   

Chi non ha molta dimestichezza con la scrittura identifica questo processo con il trovarsi davanti al foglio bianco o allo schermo del computer. Invece - e questo dal vostro libro Scrivere l'italiano emerge bene - la maggior parte del lavoro la si fa prima e dopo la redazione del testo. Quali sono le tappe principali?

In questo manuale abbiamo insistito sulle fasi della progettazione e della revisione, mostrandone la funzione cruciale per il buon funzionamento di un testo.
È una convinzione che abbiamo tenuto a far emergere anche per contrastare certo spontaneismo deleterio secondo cui l'abilità di scrittura è pressoché innata e porta a testi che si forgiano attraverso procedimenti intuitivi e incontrollati.
Abbiamo per questo molto insistito su passaggi preparatori come gli appunti, la costruzione della scaletta, alcune tecniche argomentative, il montaggio ecc.
Questo non vuole assolutamente dire che ci facciamo paladine di una educazione alla scrittura rigida e standardizzata: all'interno di una impalcatura solida, ciascuno può e deve trovare il suo stile e la sua libertà di espressione.

Non si leggono solo i testi altrui, ma anche i propri. Perché è così importante imparare a leggere e a rileggere i propri testi?

Se da un lato è ormai luogo comune sostenere che la revisione è importantissima proprio perché rappresenta il momento della pulizia e della rifinitura del testo, d'altro lato sappiamo per esperienza quanto sia difficile prendere le distanze da un proprio lavoro appena concluso, accettare di metterlo in discussione, cambiarne o sacrificarne alcune parti.
Anche per coloro che rileggono (e gli studenti non sono abbastanza addestrati a farlo) è necessaria un'attenzione e un'abitudine a guardare i propri testi come se fossero altrui.

Alla fine di Leggere dedicate un breve capitolo alla lettura al computer. A vostro parere internet cambierà il nostro rapporto con i testi scritti?Leggere, di S. Fornasiero e S. Tamiozzo Goldmann

Il lettore informatico ha a che fare con testi che lui stesso ha contribuito a modificare nella loro veste e nella loro presentazione.
È un lettore difficile da catturare, pronto a trasmigrare, tanto curioso quanto irrequieto. Non a caso la sua unità di misura è il paragrafo e non la pagina e la sua attenzione è attratta da elementi estranei al libro tradizionale, come i colori e le strategie di rinvio ipertestuale.
Si vanno configurando due diversi atteggiamenti di lettura, che possono coesistere nella stessa persona, ma che rispondono a meccanismi e a esigenze profondamente diversi.

Il vostro libro sulla scrittura si riferisce esplicitamente alla scrittura "referenziale", cioè ai testi di carattere pratico e informativo, eppure i riferimenti alla letteratura sono molti.
Quanto e cosa può insegnare la letteratura a chi scrive per professione e nel suo lavoro?

La scrittura referenziale non deve in alcun modo dare spazio a interferenze di tipo creativo: tutte le volte che questo accade, gli esiti sono grotteschi. Ma non è pensabile rinunciare allo straordinario potere formativo della letteratura, che contiene in sé ogni possibile modello.
Perciò la frequentazione dei classici e delle letterature contemporanee, al di là del piacere personale, ha davvero una insostituibile forza propulsiva.
 

* Serena Fornasiero insegna Stilistica e metrica italiana alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università di Venezia, Silvana Tamiozzo Goldmann Letteratura italiana contemporanea presso la stessa facoltà.


PS Si parla di libri anche sul blog e nella mia libreria su Anobii.