Il paratesto: la segnaletica delle pagine web
un'intervista a Franco Tomasi
Titoli, sottotitoli, didascalie, parole chiave evidenziate all'interno del testo, testi dei link: tutti microtesti in parte già presenti nei prodotti editoriali tradizionali, che però in internet assumono un ruolo chiave, un'evidenza tutta nuova. Per questo, quando ne ho parlato all'interno di questo sito, li ho chiamati piccole cose che contano, un titolo che rispecchia il mio approccio molto pratico e istintivo alla scrittura online.
Quando a ottobre sono stata al I° Convegno sulla Scrittura Professionale a Perugia, ho ritrovato il microcontent in una interessantissima relazione, quella di Franco Tomasi, ricercatore presso l'Università di Padova. Solo che Franco, al contrario di me, queste cose le aveva studiate seriamente e infatti le chiamava con il nome giusto, paratesto, ovvero "vicino, intorno al testo".
E perché il paratesto sia così importante sul web, tanto da richiedere un nuovo talento editoriale, Franco ce lo spiega in questa intervista.
I piccoli testi che ci aiutano a muoverci e a orientarci all'interno di una pagina web non li ha certo inventati internet. Quali sono i loro antenati?
Gli antenati sono noti a tutti i lettori; si tratta dei titoli correnti, delle rubricazioni, degli indici ragionati, insomma, di tutte quelle risorse che già nell'epoca del manoscritto, e ancor di più nell'epoca della stampa, sono state approntate e collocate ai margini del testo lineare per permettere di individuare le informazioni senza dover leggere tutto il testo, grazie ad una lettura veloce.
Sono nati soprattutto per facilitare la consultazione di testi dalle dimensioni molto ampie, di solito difficili da memorizzare. Diciamo, quindi, che sono stati approntati proprio per aiutare la nostra memoria a reperire informazioni e dati.
Nella tua relazione hai sottolineato come il paratesto, che nei testi tradizionali e lineari si trova alla periferia, ai margini, in internet assuma invece un ruolo centrale. Perché i piccoli testi diventano così importanti nel web?
Le informazioni nel web vivono in uno spazio di relazioni, per così dire, tridimensionale. Il distacco dalla dimensione lineare nella scrittura del web è continuamente affermato da tutta la letteratura, ma, a guardare la fisionomia di molti siti, non sembra essere stato compreso davvero. Spesso, infatti, si avverte l'assenza di una coerenza tra le informazioni, che provoca nel lettore un fastidioso senso di spaesamento (dove sono? che collegamento logico esiste tra quanto ho letto prima e quanto sto leggendo ora?).
Insomma, il lettore non percepisce la presenza di un mittente, di un autore, perché chi organizza i dati viene meno al suo compito, che è quello di distribuire i dati in modo diverso rispetto alla scrittura lineare.
I segnali paratestuali sono un ottimo aiuto per svolgere correttamente questo compito; sono proprio gli elementi che permettono al lettore di essere indirizzato e consigliato attraverso l'insieme delle informazioni e danno coerenza logica all'intero sito. Costituiscono cioè una sorta di segnale dell'autore che allestisce in questo modo una guida per il lettore, che potrà quindi interpretare felicemente il suo ruolo nella comunicazione.
Hai sottolineato la funzione di "segnale" del paratesto all'interno di una pagina o di un sito web. E d'altra parte un sito è soprattutto un luogo da visitare e da percorrere. A tuo parere, quali accortezze bisognerebbe avere nello scrivere i testi di questi importanti segnali?
I segnali paratestuali, così come i segnali che incontriamo per le strade, all'interno di un ospedale, del comune o di un museo, sono costituiti da una parte grafica e una linguistica.
Il segnale svolge correttamente la sua funzione (quella di aiutare un utente che non conosce la strada e non la può chiedere a nessuno) quando i due elementi sono ben equilibrati tra loro e, soprattutto, quando sono funzionali allo scopo che si propongono: quello di indicare in fretta i principali contenuti del sito. Immaginatevi di essere in automobile ad un incrocio di una città che non conoscete, cercate la direzione per il centro e nel pannello dei segnali, che potete consultare per pochi secondi prima che qualcuno suoni il clacson, trovate l'intera mappa della città: vi potrà servire?
Allora, dal punto di vista grafico nei segnali paratestuali sarà fondamentale la leggibilità, che si può ottenere, ad esempio, usando caratteri di dimensioni non troppo ridotte (attenzione: il corsivo funziona malissimo a video!); garantendo un contrasto deciso tra testo e sfondo (migliore sempre il vecchio bianco e nero); differenziando un set di caratteri per il testo ed uno, complementare e leggibile, per i segnali paratestuali.
Dal punto di vista linguistico dobbiamo ricordare che lo scopo principale è quello di aiutare il lettore ad orientarsi nel minor tempo possibile. Bisognerà allora che i segnali indichino tanto il contenuto del testo (di che cosa si parla) che il lettore potrà leggere se segue il collegamento, quanto le caratteristiche del testo (come è fatto, quanto è lungo, che tipo di documenti potrà trovare).
I segnali devono però essere semplici e chiari, altrimenti il lettore preferisce non utilizzarli. Per questo motivo è opportuno cercare di allargare lo spazio destinato ai segnali, sfruttando tutte le risorse: un suggerimento può essere quello di utilizzare opportunamente le piccole finestre dinamiche che compaiono quando il mouse passa sopra ad un link.
In generale, si capisce come l'ideazione dei segnali va fatta assieme all'organizzazione dell'architettura delle informazioni, non dopo, come avveniva nella scrittura lineare.
Mentre impariamo a scrivere per internet, continuiamo naturalmente a scrivere anche per la carta. Da studioso che frequenta intensamente sia la carta, sia il web, non trovi che ora anche la scrittura online cominci ad influenzare la carta?
Certamente. Oggi si possono osservare, in realtà, solo le prime testimonianze di una influenza reciproca, visibili proprio nella maggior attenzione posta ai segnali paratestuali.
Si modifica progressivamente la mentalità con la quale si affronta la scrittura tradizionale, in particolare nelle tipologie dei testi informativi, come i manuali.
Si cerca, infatti, di aiutare il lettore offrendogli una descrizione più generale del testo o del libro; ad esempio, vengono sfondati i confini, tradizionalmente un po' angusti, dell'indice che si trova in apertura, arricchendolo con piccoli riassunti o con informazioni che dovrebbero permettere una lettura "ipertestuale" anche della scrittura tradizionale.
In questo modo il lettore può, quando questo è possibile, individuare le informazioni che gli servono, senza dover scorrere tutto il testo. Non è un caso che gli scrittori più disponibili ad ibridare le forme di scrittura tradizionale con quelle più paratestuali lavorino da tempo per il web. Probabilmente è solo l'inizio di una storia da scrivere.
Franco Tomasi è dottore di ricerca in Italianistica presso l'Università di Padova. Ha svolto studi sulla narrativa del primo Novecento e sulle forme letterarie rinascimentali. Si è inoltre interessato dei possibili impieghi delle tecnologie informatiche nello studio della letteratura italiana.