“dueparole”, un giornale da salvare

Sono molto affezionata a dueparole, il giornale di facile lettura nato per informare sull'attualità chi ha meno strumenti e possibilità degli altri. Lo sono perché ogni numero è per me una lezione molto più efficace di una dotta conferenza o della lettura di un manuale di scrittura professionale.
dueparole mi dimostra ogni mese che con un vocabolario di base e una sintassi piana si può scrivere di tutto, per tutti, senza perdere nulla in comprensibilità e precisione.
Il suo direttore, la professoressa M. Emanuela Piemontese, ha già raccontato su questo sito la nascita e l'avventura di questo straordinario e unico giornale. Un giornale che per continuare a vivere e a insegnarci a scrivere testi comprensibili e leggibili ha però ora bisogno di aiuto, amici e sostenitori.
Non ci vogliono grandi risorse, anzi l'impegno è sicuramente alla portata di moltissimi enti, amministrazioni e aziende private, i cui responsabili della comunicazione so tra i lettori di questo sito. Dare un aiuto concreto a dueparole sarebbe un piccolo investimento, ma darebbe un bellissimo e ricco ritorno di immagine.
Ci lamentiamo sempre della degenerazione dei contenuti sul web, del fatto che i più validi sono ormai a pagamento e lo saranno sempre di più. Un sito gratuito e utile non solo per i "lettori dimenticati", ma per tutta la comunità degli scrittori professionali - soprattutto nel mondo della pubblica amministrazione - rischiamo di perderlo.
Leggete questa intervista, la storia del giornale, il giornale stesso, e chiedetevi cosa nel vostro piccolo o grande potete fare. Poi scrivete alla professoressa Piemontese.

 

 


Qual è l'unicità di "dueparole"?

L'unicità di dueparole forse è già esplicitata nel suo sottotitolo "mensile di facile lettura". Vale a dire che la caratteristica propria del nostro mensile è nei testi studiatamente leggibili e comprensibili.
Leggibilità e comprensibilità dei testi infatti nascono dalla combinazione di essenzialità, chiarezza e precisione.
Essenzialità di stile, chiarezza di lingua e precisione di contenuti. Tre qualità difficili da tenere insieme. Per riuscirci occorre molto studio, proprio nel senso etimologico di "applicazione". Occorre cioè molta pratica e pratica vuol dire fatica. Occorre tempo e tempo vuol dire pazienza. Tuttavia pratica, tempo e pazienza non bastano, se non sono supportati da un po' di umiltà intellettuale e attitudine alla ricerca. Ingredienti tutti, oggettivamente, costosi. Perciò pensare e scrivere -per così dire- in "dueparolese" non è affatto semplice. Lo sottolineo perché non inganni la facilità di lettura dei testi di dueparole.
dueparole, progettato e realizzato per andare incontro ai bisogni di comprensione di certi lettori, ha insegnato a tutti noi che scrivere per farsi capire richiede uno sforzo supplementare.
Ha ragione chi ha detto che si legge con facilità solo ciò che è stato scritto con fatica.

Chi sono i lettori di dueparole?

I lettori sono persone che, per ragioni diverse, hanno bisogno di testi informativi semplici e comprensibili. Si tratta di stranieri che studiano la lingua italiana, in Italia o all'estero; di immigrati con scarsa familiarità con la lingua italiana scritta; di ragazzi e adulti italiani che hanno difficoltà nel leggere e capire i testi scritti; di studenti della scuola dell'obbligo da avviare alla lettura dei giornali; di bambini italiani con disabilità cognitive.
Ma accanto a questi abbiamo anche molti lettori, per esempio, tra le persone sorde.
Utilizzano poi dueparole come strumento di lavoro molti docenti e operatori sociali.

Cosa e quanto ci vuole perché dueparole continui a vivere?

La prima necessità di dueparole è ricevere la giusta attenzione da parte di chi istituzionalmente ha certi compiti. Mi riferisco ad alcune direzioni generali di ministeri (istruzione, esteri, politiche sociali, pari opportunità, eccetera), ad alcuni assessorati di enti locali, ai dirigenti scolastici, ai responsabili dei Centri territoriali, cioè dei centri che sul territorio organizzano corsi per l'insegnamento dell'italiano come lingua straniera agli immigrati, alle università italiane e, in particolare, alle università per stranieri, a certe associazioni che lavorano per la difesa dei diritti di alcune categorie precise di cittadini.
Perché dueparole continui, sono necessari, oltre all'attenzione, finanziamenti e sponsorizzazioni.
Dal 2002 dueparole è online ad accesso gratuito. Abbiamo voluto che l'accesso rimanesse gratuito per i nostri destinatari finali. Però abbiamo bisogno di mantenere una redazione stabile per poter garantire all'iniziativa una continuità e una periodicità accettabile. L'ordine di grandezza dei costi si aggirerebbe intorno agli 80-90 mila euro all'anno. A noi piacerebbe poter tornare anche all'edizione cartacea, in aggiunta alla versione online. In tal caso occorrerà prevedere una maggiorazione dei costi per la stampa e, soprattutto, per la spedizione.

Chi potrebbe diventare amico e sostenitore di dueparole?

Amico e sostenitore di dueparole può essere chiunque lo voglia. Noi riteniamo però che -per la funzione che svolge dal 1989- sarebbe giusto che dueparole potesse contare sulle istituzioni prima ricordate. Accanto a queste, anche molti privati, come per esempio le banche o le fondazioni bancarie, aziende e industrie, grandi e piccole, potrebbero aiutare concretamente dueparole includendola tra le iniziative sociali e culturali da sostenere.
Non ci dispiacerebbe poi avere come amico qualche giornale. Per esempio, lo è da sempre Internazionale. Un aiuto potrebbero darcelo anche alcuni giornalisti e politici, tra quelli più attenti e sensibili ai bisogni di certi lettori. Insomma noi vorremmo riuscire a mettere in piedi una rete di sostenitori di dueparole, in Italia e all'estero.

In quale altro modo si può aiutare dueparole?

Si può aiutare in molti modi. Innanzitutto facendo circolare la notizia della sua esistenza, anzi della sua ripresa online dal 2002. E la notizia può circolare attraverso link, mailing list e parlandone con amici. In secondo luogo suggerendo a noi della redazione idee concrete su cosa fare per ottenere attenzione e aiuti, materiali e morali.

Cosa perderemmo perdendo dueparole?

Questa domanda andrebbe fatta, per la verità, ai nostri lettori. Sia a quelli che, in altre occasioni, abbiamo chiamato i "lettori dimenticati", sia a quelli che hanno conosciuto, apprezzato e usato dueparole come strumento di lettura o di informazione o di studio della lingua italiana.
I lettori ci scrivono e, di solito, ci fanno domande precise. Per esempio, di recente, abbiamo ricevuto il seguente messaggio di posta elettronica: "Gentilissima redazione di Due Parole, prima di tutto grazie perchè Vi dedicate ad un giornale molto utile a persone che hanno difficoltà nella sfera del linguaggio per svariati motivi. Ci sono altre riviste che si possono trovare su internet o in edicola, che possono avere le stesse caratteristiche di dueparole? Mi potete consigliare altri siti, o testi o materiale da poter utilizzare per la lettura di mio fratello che ha difficoltà nella sfera del linguaggio, in particolare nella lettura e nel parlare? Grazie per una risposta".
Onestamente non sono in grado di rispondere a questa domanda. Domande come queste ci mettono sempre in imbarazzo perché la risposta, purtroppo, non c'è. Quali testi, materiali o siti potremmo, infatti, consigliare a persone italiane con difficoltà di lettura? Ma oltre ai lettori con difficoltà, quali giornali potremmo consigliare a persone che iniziano a studiare la lingua italiana come lingua straniera?
Infatti un'altra lettrice ci ha scritto: "Vorrei manifestarle grande apprezzamento per il vostro lavoro, veramente interessante. Sto usando i testi del "giornale" per insegnare l'italiano. Apprezzo molto la vostra scommessa. Spero solo che possiate continuare! Grazie".
Anche noi vogliamo sperare di poter continuare a fare dueparole. Almeno finché dueparole rimane l'unico periodico d'informazione di facile lettura.